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Ricordando quella notte
24 Gennaio, 2020


Mezzo secolo. Così tanto è passato da quella notte nella quale due uomini camminarono sulla superficie del nostro satellite. Fu una notte magica che iniziò con una “incomprensione” in diretta televisiva tra Tito Stagno e Ruggero Orlando che involontariamente misero in piedi una scenetta degna del miglior cabaret di allora. “Ha toccato”. “No, qui mancano ancora dieci metri” Un “botta e risposta” tra due autorevoli voci giornalistiche del tempo che avevano di mezzo un oceano e non solo di incomprensione. Una gag quasi comica che ci fece sorridere e che precedette ore di lunga e nervosa attesa. Dalla Luna i due uomini, chiesero di poter uscire dal Modulo Lunare in anticipo ma vari inconvenienti prolungarono ulteriormente l’attesa con minuti, anzi ore, interminabili. Qualcuno cedette al sonno ma il caldo di piena estate e la tensione sulla pelle resero difficile assopirsi. Si dormiva ma con la televisione accesa e l’orecchio ancora vigile per capire se fosse finalmente arrivato il momento. I più coraggiosi misero sul fuoco una macchinetta di caffè come aiuto alle ore infinite che non volevano proprio passare. Finalmente pochi minuti prima delle 5 di mattina Tito Stagno annunciò: “stanno per scendere”. E l’emozione arrivò ben oltre la Luna e raggiunse le stelle più lontane. Due uomini come noi con due cuori come i nostri, apparivano come due fantasmi bianchi in un televisore privo di colori. Stavano saltellando come fosse un gioco, su una Luna che quella notte era alta nel cielo. Guardavi la Luna attraverso la finestra aperta nel buio rischiarato dall’alba e la vedevi nel contempo in quella scatola dotata di un tubo catodico che aveva la pretesa di scrivere sull’immagine “in diretta dalla Luna”. Ma quella stessa Luna, quella reale, quella che avevamo visto sin da bambini che sembrava seguirci mentre viaggiavamo in macchina in qualunque strada prendessimo, era in quel momento sotto il nostro sguardo impaurito, timoroso ma nel contempo speranzoso. Sarebbero state ore nelle quali improvvisamente stavamo diventando universali. Niente furti quella notte, tutti intenti a sognare l’impossibile che si stava materializzando sotto i nostri occhi. Entravamo nel futuro di un mondo che non avrebbe più tollerato guerre e violenze. Invece quella notte non ci rese migliori. Ci arrendemmo presto alla nostra monotona capacità di esseri umani che hanno l’istinto di combattere senza prima mediare. Le missioni sulla Luna ci hanno lasciato l’eredità di una sfida che il genere umano se lo desidera, può vincere. Ma neanche mezzo secolo è stato sufficiente a farci comprendere questo.     

Paolo D’Angelo



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