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Godspeed John Glenn09 Dicembre, 2016 È scomparso l’8 dicembre scorso all’età di 95 anni l’astronauta americano John H. Glenn.
Era nato a Cambridge in Ohio il 18 luglio 1921 ed aveva combattuto in 59 missioni aeree come pilota nel corpo dei Marines nel corso della Seconda Guerra mondiale. Prese parte anche alla guerra di Corea distinguendosi per le sue notevoli qualità di pilota e per il suo valore.
Nel luglio del 1957 stabilì il record di velocità a bordo di un aereo supersonico attraversando il continente americano da Los Amitos in California a Floyd Bennet Field a New York.
Selezionato dalla NASA nell’aprile 1959 per il progetto Mercury insieme ad altri sei astronauti fu il primo ad andare in orbita il 20 febbraio 1962 a bordo della Mercury Friendship 7.
Le sue 3 orbite fecero rialzare la testa agli americani dopo lo shock subito con il volo di Yury Gagarin il 12 aprile 1961.
Al suo ritorno dalla missione, Glenn fu accolto come un eroe nazionale dal Presidente John Kennedy alla Casa Bianca.
Nel 1964 si ritirò dalla NASA e intraprese la carriera politica ben sapendo che l’ente spaziale americano non lo avrebbe più fatto volare per non mettere a repentaglio la vita di un eroe nazionale. Fu senatore dello stato dell’Ohio nelle fila del partito democratico e nel 1984 tentò senza successo la scalata alla presidenza americana.
Nel 1998 la NASA lo scelse per farlo volare di nuovo nello Spazio a bordo dello space shuttle Discovery STS-95 in una missione di 9 giorni per studiare gli effetti dell’assenza di peso sulle persone in età avanzata. Glenn aveva 77 anni e il suo record come persona più anziana ad essere andata nello spazio è ancora oggi imbattuto.
Ritiratosi a vita privata ha continuato ad esprimere pareri riguardanti l’esplorazione dello spazio e le sue parole sono state sempre da esempio per molti giovani astronauti.
Con lui se ne è andato l’ultimo dei 7 astronauti del programma Mercury che hanno ispirato il libro The Right Stuff di Tom Wolfe dal quale è stato realizzato un film il titolo omonimo che racconta le gesta dei primi aviatori divenuti poi astronauti.
“Godspeed John Glenn” gli disse il suo fraterno amico Scott Carpenter al momento del decollo.
Ho avuto la fortuna d’incontrarlo personalmente nel gennaio del 1999 durante il suo post flight tour e la cosa che mi ha colpito è stata la sua grande umiltà, un eroe che ha dedicato mezz’ora del suo tempo ad un perfetto sconosciuto la dice lunga sulla sua grande umanità.
Godspeed John Glenn
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